Per conoscerlo e capirlo occorre innanzi tutto sapere a quando risale e conoscere il suo posto nel panorama evolutivo.
Al solo scopo di rendere più interessante e intuitivo l’approccio alla scienza delle nostre origini traccio un parallelo tra la paleoantropologia e l’astronomia. Nella prima come nella seconda le distanze tra gli oggetti di studio si misurano generalmente in anni, cioè con unità di misura del tempo. Nel caso dei corpi celesti col tempo impiegato dalla luce a percorrere lo spazio che li separa.
Nell’universo le distanze massime arrivano a raggiungere anche miliardi di anni luce, valori troppo grandi per essere anche solo intuiti dalla nostra ridotta immaginazione, ma anche i milioni di anni che ci separano dai nostri lontanissimi progenitori non sono di facile comprendonio.
Orbene l’astronomia si può considerare costituita da tre settori: il sistema solare, la nostra galassia e gli spazi profondi.
Il primo, pur essendo molto grande (centinaia di miliardi di km), è infinitamente piccolo rispetto alla nostra galassia che contiene qualcosa come almeno 200 miliardi di “soli” e a sua volta quest’ultima scompare rispetto all’universo conosciuto che contiene milioni di galassie.
Anche la paleontologia umana può essere immaginata costituita da tre grandi settori di studio: quello della nostra specie di homo sapiens sapiens (così ci siamo un po’ troppo presuntuosamente autoqualificati) dalle origini fino alle soglie della storia; quello relativo agli altri umani “diversi” precedenti (homo sapiens neandertalensis, homo erectus, homo habilis) e quello dei pitecantropi (dal greco scimmia-uomo) che sono considerati ancora scimmie nonostante alcune loro caratteristiche molto vicine a noi e che ci portano, procedendo all’indietro nel tempo, a cercare l’antenato comune nostro e delle scimmie antropomorfe (gorilla, scimpanzè, orango, ecc.). Sarebbe quest'ultimo il vertice della nostra piramide evolutiva che risalirebbe, si presume, a circa 10 milioni di anni fa. Ho usato il condizionale perchè finora non è stato trovato.
L’Uomo di Altamura rientrerebbe nel secondo settore in quanto precedente a noi “sapienti sapienti”(!) anche se non ancora è stata definita la sua precisa collocazione. A distanza di quindici anni dalla scoperta non si sa tuttora a quando risale nonostante le notevoli possibilità dei mezzi scientifici odierni. Molto genericamente alcuni lo hanno classificato come neanderthaliano, altri addirittura come preneanderthaliano ma non erectus.
In ogni caso la sua importanza è enorme.
Il motivo è presto detto. Abbiamo visto che in base alle conoscenze attuali l’umanità si è evoluta lungo la direttrice di tre generi di homo: l’habilis, l’erectus e il sapiens. Appartengono a quest’ultimo genere due specie: l’homo sapiens neanderthalensis e l’homo sapiens sapiens, cioè noi.
Ebbene allo stato attuale delle conoscenze paleoantropologiche si riscontra una situazione paradossale: da un lato abbiamo un quadro abbastanza definito degli australopitechi o pitecantropi, vissuti milioni di anni fa, perchè il gran numero delle testimonianze reperite (oltre mille) ci consente di tracciare il loro albero genealogico che risulta notevolmente complesso e articolato; dall’altro esiste una sorta di buco nero in un periodo molto più recente che va da 600.000 a meno di 200.000 anni fa perchè le relative vestigia umane rinvenute sono molto scarse ed avare di indizi.
Sono stati individuati diversi “siti”, anche in Italia, cioè dimore nelle quali uomini primordiali hanno lasciato segni a volte molto interessanti ma di loro pochissime ossa e scarse informazioni. In definitiva il quadro della loro esistenza rimane incerto e ampiamente lacunoso.
Questo lungo periodo è caratterizzato da due grandi glaciazioni (di Mindel e di Riss), il clima ha subito notevoli variazioni ed è variato anche l’uomo che all’inizio era erectus e alla fine, senza sapere come, s’è ritrovato sapiens!
Scherzi a parte, non si sa quando, come e dove l’homo erectus si sia estinto cedendo il passo all’homo sapiens che prima era, come già detto, sapiens “neanderthalensis e poi sapiens sapiens. E' sconosciuta inoltre anche la data di nascita di quest'ultimo. E' quasi certo comunque che siano comparsi entrambi in Africa.
Ecco perchè l’Uomo di Altamura, che a detta degli esperti sarebbe vissuto proprio in questo incerto periodo assume una importanza straordinaria.
Si spiega così il grande clamore che suscitò quando fu scoperto. Si capisce cosi perchè Piero Angela si precipitò al Altamura (suo figlio Alberto è antropologo).
Ma non finisce qui!
Il nostro lontanissimo predecessore è morto nello stretto cunicolo in cui è stato trovato, le sue ossa sono coperte da concrezioni che nascondono quelle sottostanti e tutto fa credere che siano al completo: si tratta allora dello scheletro intero più antico mai trovato al mondo!
Il suo stato di conservazione è eccezionale: un professore intervenuto alla prima conferenza sul fossile altamurano ebbe a dire d’aver riscontrato la presenza di ossa molto sottili che normalmente nei cadaveri si decompongono dopo una decina d’anni. Se si pensa che molti crani di uomini fossili sono stati ricostruiti assemblando centinaia di frammenti si capisce perchè molti scienziati sono rimasti stupefatti.
Aggiungasi ancora che l’abbondante fauna esistente nella grotta ci fornisce un quadro abbastanza dettagliato dell’ambiente e del clima in cui viveva.
In conclusione il nostro uomo e la grotta che lo contiene somigliano a un imponente giacimento che non si è ancora iniziato a “scavare” e che è rimasto abbandonato per 15 anni. Purtroppo gli unici interventi effettuati per soli scopi turistici con apparecchiature a emissione di luce e calore hanno causato danni seri e irreversibili.
Per giacimento intendo la grande quantità di notizie scientifiche che con i mezzi moderni si possono ottenere e le potenzialità promozionali culturali e turistiche che, se ben impostate, organizzate e realizzate come avviene nei paesi civili ed evoluti, sono ben superiori a quanto comunemente si crede e infinitamente più grandi di quanto è stato fatto.
Come dettagliatamente riferirò in seguito il nostro uomo “doveva” essere:
tutelato;
sottoposto a ricerca e studi per conoscerne i segreti;
opportunamente valorizzato culturalmente e turisticamente.
Ne parlerò nelle prossime puntate. Spiegherò e dimostrerò come gli interventi effettuati lo hanno irreversibilmente e tragicamente danneggiato, come scandalosamente nell'arco di 15 anni non è stata eseguita una sola ricerca scientifica seria e come le pochissime iniziative culturali e turistiche intraprese sono una vera presa per il....i fondelli.
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