sabato 23 agosto 2008

Quel che si sarebbe dovuto assolutamente fare e che non si è fatto per l'Uomo di Altamura

Come ho già scritto nei precedenti articoli, fin dal momento della scoperta sono nate per la grotta e per il nostro Uomo tre esigenze fondamentali:
  • 1° la tutela, vale a dire la protezione dalla pressione antropica, da mal’intenzionati e da qualsiasi altra forma di degrado provocato dall’apertura della grotta;

  • 2° la conoscenza e cioè la ricerca, lo studio e la divulgazione;

  • 3° la promozione culturale e la valorizzazione turistica.

Il consuntivo dopo quasi 15 anni dalla scoperta offre un quadro più che squallido:

  • non solo è mancata la tutela, ma lo si è devastato in maniera purtroppo irreversibile esponendolo a forti e prolungate luci con conseguente densa formazione di alghe;

  • non è stato fatto uno straccio di ricerca scientifica che tra l'altro non sarebbe costata nulla se eseguita da qualificati scienziati stranieri (visto che non siamo stati capaci di farla noi, avremmo dovuto farla realizzare almeno dagli altri);

  • la promozione turistica attuata? Una tragica farsa.

Ad Altamura nessuno credeva, e crede tutt’ora, a cominciare dagli amministratori, che intorno al nostro grande protagonista si possa promuovere uno strepitoso movimento culturale e turistico.

Pochi sanno che quando a fine '93 si diffuse il clamore della nostra scoperta si fecero avanti tra altri la NTV, la prestigiosa televisione giapponese che sponsorizzò il restauro della Cappelle Sistina e la Walt Disney; scopo evidente organizzare un grande movimento turistico pur nella consapevolezza che il prezioso reperto non si sarebbe mai potuto esporre direttamente al pubblico.

Evidentemente queste grosse organizzazioni sapevano il fatto loro e lo avremmo saputo anche noi, collettivamente, se avessimo avuto un minimo di attenzione, di amore e di riflessione sulle possibilità che ci venivano offerte dalla sorte.

Nell'ambiente locale si era e si è convinti tutt'ora che senza approfondite cognizioni scientifiche del prezioso reperto e senza la possibilità di esporre direttamente al pubblico le preziose ossa non si può organizzare un consistente movimento turistico intorno al nostro antenato fossile.

Proviamo allora a ragionare all'incontrario: supponiamo cioè per assurdo (lo si fa spesso nelle dimostrazioni matematiche) che si sappia adesso tutto quello che si potrà conoscere dell’Uomo di Altamura.

Che famo?

Facciamo il bel museo dove ci sistemiamo tutto quello che si sa anche con modelli, calchi, animazioni, filmati, ecc. e poi diciamo alla gente: “Venite a vedere l’Uomo di Altamura!”?... Facciamo questo oppure che altro?

A questa domanda tutti restano come baccalà oppure azzardano idee quantomeno confuse o stravaganti.

E ammesso anche che si faccia questo grande museo animato, ci sarebbe qualche fesso che verrebbe da lontano, magari dall’estero, per vederlo?

E’ chiaro che no perché i musei “ordinari” sono molto poco visitati nel nostro paese e anche perchè, una volta sciolti gli enigmi dell’Uomo, saranno pubblicati articoli, libri, cd e dvd, filmati, ecc. e gli interessati, standosene comodamente in poltrona a casa propria, magari collegandosi sul web, potranno sapere e vedere tutto quello che vorranno.

E ammesso pure, parlando sempre per assurdo, che vengano tante persone a vedere il nostro fantomatico bel museo e le meraviglie dell’Uomo di Altamura, non se ne andrebbero con la bocca amara, per non aver capito un beneamato... tubo sull’evoluzione umana, sugli australopitechi, sugli ominidi, sui pitecantropi....

Alla luce di quanto detto finora è evidente che non si può capire e conoscere il nostro fossile umano senza avere un’idea di cosa è stata l’avventura dell’evoluzione, cioè del lungo e straordinario cammino che ci ha portati ad essere quello che siamo.

E’ questa la questione da considerare e valutare!

Aggiungasi che, oltre alle scoperte accennate nei precedenti capitoli, tantissime clamorose altre ne sono state fatte negli ultimi 40 anni. In conclusione l’Uomo di Altamura doveva e deve essere spiegato al pubblico nell’ambito di un grande scenario che metta in risalto ed esalti la storia delle origini dell’Uomo che di giorno in giorno si arricchisce di nuove scoperte.

Se ci si convince di questo si arriva subito alla conclusione che sono stati persi quindici anni!

La grande occasione per Altamura era quella “d’impadronirsi”, con il pretesto dell’Uomo, del tema “evoluzione umana” e sviscerarlo in maniera seria ed eclatante.

Quindici anni fa c’erano tutti gli elementi per poter partire con la grande esposizione in parola che, progettata e avviata con un lavoro paziente e sistematico, e con una spesa molto inferiore a quel che si è speso per il fasullo anzi dannoso progetto sarastro, avrebbe dato bellissimi frutti già dopo 4 o 5 anni.

Si dovevano consultare persone preparate e qualificatissime allora già note e apprezzate. Faccio per esempio solo tre nomi: Giovanni Pinna, direttore del museo di storia naturale di Milano e prolifico autore di interessanti pubblicazioni e dei servizi di Quark, la prestigiosa trasmissione di Piero Angela; Carlo Peretto, uno degli scopritori del giacimento d’Isernia, fondatore del relativo museo e uno dei principali organizzatori del congresso mondiale di Forlì; Alberto Angela, antropologo, autore insieme al padre Piero del saggio “La straordinaria storia dell’uomo” del 1989, cioè precedente alla scoperta del nostro Uomo e autore di servizi che ormai tutti conosciamo.

Una volta realizzata la grande esposizione l’Uomo di Altamura vi avrebbe trovato la sua degna collocazione, sarebbe stato “incastonato” come la pietra più preziosa, sarebbe stato il principale protagonista.

Alla fiera di Forlì, dove si è tenuto il citato congresso mondiale, ho visto materializzare qualcosa di simile. Per dare un’idea, si trattava di una specie di “expolevante” tutta dedicata alla preistoria e alla protostoria con più di 100 espositori provenienti da tutto il mondo. Ho avuto occasione anche di riscontrare quali erano le attrazioni che facevano maggior presa sul pubblico.

Uno degli stand più affollati, per esempio, era quello di un tizio che lavorava, o meglio tentava di lavorare la selce come nella preistoria. Se aveste visto le facce di quelli che l’osservavano!

Ebbene il nostro Uomo lavorava la selce e si sa come la produceva, quindi non sarebbe stato difficile che qualcuno imparasse a farlo. Di selce ce n’è un’infinità sul Gargano e quindi in questa utopistica grande esposizione ad Altamura avremmo potuto avere un settore di notevole interesse e per giunta produttore di selci lavorate e commercializzabili.

Di idee come questa ne posso e se ne possono tirar fuori altre 50; si dimostra pertanto la fattibilità dell’iniziativa e si conferma anche un’altra importantissima verità: che se ci fossimo “grattati da soli”, cioè se il Comune di Altamura, previo convegni, incontri ecc., avesse impostato e portato avanti questo discorso con entusiasmo affidandolo a chi ha veramente prodotto disinteressatamente cultura ad Altamura cominciando dal Cars ed evitando ingerenze di politici, superburocrati e baroni universitari la spesa necessaria si sarebbe ridotta almeno di tre quarti e avrebbe anche dato lavoro e professionalità a parecchi ragazzi.

Ci siamo presi la briga di metter su ad Altamura un istituto professionale per il turismo e si sono sciupati e si continuano a sciupare tante e tante possibilità di lavoro.

Prevedo una ulteriore obiezione: come si fa ad essere sicuri che, una volta realizzata la grande esposizione, verrebbe gente in numero sufficiente da gratificare tanti sforzi? Si fa in questo modo: prima di tutto creando finalmente una struttura valida, credibile, efficiente in grado di creare interesse o ancor meglio entusiasmo visto che l’argomento lo consente e non è difficile conseguire lo scopo con i mezzi di oggi.

In secondo luogo, una volta sicuri di poter mostrare e offrire roba buona, la si pubblicizza opportunamente non solo presso le organizzazioni turistiche. Ad esempio (Castellana insegna): spedire a tutte le scuole d’Italia un adeguato depliant in cui si parli anche dei dinosauri (se si riuscisse a far qualcosa anche per loro), del pane ecc. Realizzando tutto per bene sicuramente una buona percentuale di istituti scolastici inserirebbe l’avventurosa origine dell’Uomo nei suoi percorsi d’istruzione.

Sollecito ora una domanda: cosa credete che sarebbero venute a fare la Walt Disney e la NTV ad Altamura? Avrebbero aspettato i risultati delle indagini scientifiche per muoversi? Avrebbero tentato di esporre direttamente al pubblico il nostro fossile?

Avrebbero realizzato a grandi linee né più e né meno di quello che vi ho esposto.

Ci diceva un giornalista del Mattino di Napoli venuto apposta per Ciccillo ad Altamura: “Altre nazioni hanno pochissimo patrimonio culturale e fanno una grande pubblicità su quel poco che hanno, noi abbiamo grandi tesori e non siamo capaci di produrre niente di buono!”

Mi viene in mente quello che gli Inglesi sono stati capaci di fare col...niente! Parlo del famoso mostro di Lock Ness: pensate che hanno istituito un servizio di sommergibili per i turisti speranzosi d’incontrare il mostro, e questo in un lago privo tra l'altro anche di pesci! E noi che i mostri (i dinosauri) li abbiamo, cacciamo i turisti!

Sono pazzi gli Inglesi o siamo pazzi, incoscienti, ignoranti e disonesti noi?

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